Aggregati Lapidei
- Impianto Frantumazione
- Trasformazione
- Monitoraggio e Controllo
Il ramo della cosiddetta “trasformazione inerti” contraddistingue ed accompagna la nascita dell’impresa, dotata alla comparsa sul territorio, di un solo impianto di frantumazione per la lavorazione di materiale litoide estratto in loco dall’alveo del fiume Trebbia.
Tale attività ha in seguito sensibilmente risentito del cambiamento degli scenari e dei tempi, e soprattutto di fattori importanti che, se da un lato hanno contribuito a penalizzarla (cessazione delle escavazioni in alveo nel 1983 con conseguenti difficoltà di reperimento della materia prima più consona alla lavorazione), dall’altro le hanno offerto l’opportunità di crescere sotto diversi profili (comparsa di tutta una nuova normativa di riferimento nel campo della sicurezza ed igiene ambientale).
L’impiantistica di riferimento è pertanto stata sottoposta, nel corso degli anni, a vari interventi di riqualificazione ed aggiornamento tecnologico, specialmente nella direzione dell’adeguamento alla normativa vigente sia in materia di sicurezza, sia nel campo del rispetto e della compatibilità ambientale.
Aggregati prodotti (e relativi pdf scaricabili certificati CE)
- Sabbia 0-4
- Sabbia Limosa 0-1
- Favetto Naturale 5-15
- Favetto Naturale 15-25
- Pietrisco Frantumato 2-5
- Pietrisco Frantumato 5-10
- Pietrisco Frantumato 10-16
- Pietrisco Frantumato 16-22
- Stabilizzato misto frantumato 0-40
Per quanto attiene allo sbocco delle varie pezzature, ad eccezione della sabbia, utilizzata in entrambe le produzioni (bitumati e calcestruzzi), le restanti pezzature hanno una destinazione diversa in funzione del processo cui sono sottoposte; in particolare gli aggregati naturali vengono destinati al confezionamento di calcestruzzi, mentre i frantumati rimangono più congeniali alla composizione delle miscele bituminose.
Gli stabilizzati, invece, idonei alla preparazione di sottofondi al piano viabile ed alla formazione di rilevati stradali, vengono prodotti in funzione delle esigenze di cantiere.
L’impianto attuale, sottoposto ad adeguamento tecnologico per conformità alle norme CE, ed automatizzato con sistema software “QUARRY CONTROL LIGHT” progettato dalla ditta MA-ESTRO s.r.l.(TN) per una completa auto-gestione con relativa ottimizzazione della produzione e notevoli risparmi energetici, garantisce una capacità produttiva teorica di 50 mc/ora, ed è in grado di sfornare varie pezzature d’aggregati, impiegabili nel confezionamento di conglomerati sia bituminosi che cementizi, ed in minima parte anche in altri tipi di lavorazioni previste dai capitolati d’appalto (vedi sottofondi stradali o pavimentazioni varie).
Dotato per la quasi totalità di macchinari e strutture realizzati dalla “DECCA IMPIANTI” (BS), ed in parte anche di casa produttrice “MEM” (MI), l’impianto prevede due tramogge per la fase iniziale di alimentazione primaria, entrambe caricate con pala meccanica: una principale per la ghiaia in sorte di cava o alluvionale di varia provenienza (pezzatura massima 600 mm), ed una secondaria per l’immissione in ciclo di un sabbione naturale calibrato (pezzatura massima 80 mm).
Il materiale principale e più grossolano, caricato in un gruppo di frantumazione primaria di ultima generazione, riceve una selezione preliminare a secco con vaglio “grizzly”, da cui si ottengono i cosiddetti “naturali” (della pezzatura massima di 80 mm) ed i “frantumati” (ciottoli di pezzatura massima 600 mm sgrossati mediante frantumazione a mascelle), entrambi compatibili con le caratteristiche prestazionali del mulino a martelli. I primi vengono direttamente convogliati, assieme al mistone naturale 0-80 mm, in un tamburo prelavante con funzione “sfangatrice”, per essere poi destinati alla successiva fase di selezione e lavaggio. I ciottoli di granulometria compresa fra gli 80 ed i 600 mm, una volta ridotti mediante frantumazione primaria ad una pezzatura omogenea di circa 90 mm, risultano pronti a confluire, unitamente al pietrame naturale 25-80 mm, in un piccolo polmone di alimentazione dello stesso mulino a martelli per frantumazione secondaria.
Il restante ciclo di lavorazione risulta pertanto articolato nella doppia linea dei naturali e dei frantumati, ed è in grado di sfornare tre pezzature di aggregati tondi (favetti e sabbia naturale) provenienti da una seconda fase di selezione e lavaggio a valle della botte sfangatrice, ed altre cinque pezzature d’aggregati frantumati (pietrischi e sabbia franta), derivanti da un processo di frantumazione secondaria a martelli, e trasporto in elevatore a tazze alle successive fasi di selezione e lavaggio.
La produzione d’aggregati lapidei, destinata al confezionamento di calcestruzzi e conglomerati bituminosi, ha completato l’iter della marcatura CE conformemente a quanto previsto dal Sistema di Attestazione “2+”.
Tutti gli inerti pregiati sfornati dall’impianto di lavorazione in varie pezzature, vengono pertanto sottoposti a controlli costanti sulla composizione chimica e petrografica, nonché a frequenti prove di laboratorio relative alla distribuzione della stessa curva granulometrica, così come prescritto dalle norme armonizzate UNI EN 13043 (aggregati per conglomerati bituminosi), ed UNI EN 12620 (aggregati per calcestruzzi).
Le sabbie finissime (limose) hanno anch’esse terminato l’iter per la marcatura CE 2+ secondo la norma di riferimento UNI EN 13242 (aggregati per materiali non legati e legati con leganti idraulici per l’impiego in opere d’ingegneria civile e nelle costruzioni di strade).
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